“Il dialogo non è confronto tra credenze diverse, ma è la nuova possibilità che si apre per tutti i partecipanti di pensare insieme il non ancora pensato”.
Socrate è stato, per la sua epoca, un terremoto di quelli che cambiano il mondo, e il mondo (quello occidentale), a distanza di più di duemila e quattrocento anni dalla sua morte, lo trattiene nella memoria collettiva con la forza di interpretazioni e reinterpretazioni delle tracce sbiadite che la sua esistenza ci ha lasciato.
Così, nel corso del tempo, si sono susseguiti e sovrapposti tanti ritratti di questo personaggio quanti sono i tantissimi studiosi che si sono occupati di lui e ne hanno sentito il fascino irresistibile. Questo libro non vuole essere un’ennesima interpretazione, né un’interpretazione delle interpretazioni della figura di Socrate. Tenta, invece, di rilanciare due aspetti del filosofare socratico che sono i presupposti indubitabili di tutte le interpretazioni possibili. Il primo è il dialogo in presenza come unico strumento di ricerca filosofica. Il secondo è il carattere popolare del suo filosofare e la sua natura di pratica sociale diffusa. Il risultato è il disegno di una “pratica filosofica di comunità”, una proposta che, nel rianimare una vocazione antica della filosofia, la rilancia poggiando su un lavoro di de-ricostruzione del tradizionale profilo del filosofo (in vista di una possibile professionalizzazione) e di restauro, in chiave post-socratica, della pratica del dialogo, con tutti i suoi corollari sociali, politici e educativi.
Il libro, pensato e scritto per gli insegnanti, non dimentica teorie e meta-teorie pedagogiche, ma non sottovaluta il fatto che l’educazione è essenzialmente una pratica. Offre, pertanto, un’efficace esemplificazione di una virtuosa circolazione tra teoria e pratica, quest’ultima chiamata direttamente in causa mediante il resoconto di un viaggio formativo realizzato in una reale aula scolastica e ispirato al curricolo della Philosophy for children. L’idea-guida intorno a cui si muove questo lavoro è la democratizzazione dell’educazione nello specifico setting della “comunità di ricerca”. Si tratta di un’idea, ma anche di una domanda, della quale è ben chiara la matrice deweyana, così come di ispirazione deweyana sono alcune proposte, sia operative che teoriche, che il testo veicola. In questa prospettiva si intravede un confronto critico con forme di radicalizzazione dell’educazione libertaria che non esclude, peraltro, ulteriori e diverse letture delle istanze di fondo espresse da figure come Paulo Freire o don Lorenzo Milani.
…è meglio essere subito chiari. Questo è un libro sui generis. Non è un saggio, non è un racconto, men che meno vi troverai poesia. Tu prova a leggere e se hai colto qualche significato, mettilo in conto. Prova a rileggere, vedrai che altri significati ti si presenteranno e se, poi, rileggi ancora e interroghi il testo, magari dopo qualche giorno, ne vedrai altri ancora. Ma, puoi fare di più. Invita qualche amico a partecipare al gioco. Provate a leggere insieme questi testi ad alta voce e a confrontate poi le idee che hanno suscitato in ognuno di voi; proseguite approfondendone il senso e le implicazioni. Potreste avviare qualcosa che non sarebbe improprio chiamare “ricerca filosofica”. Potresti scoprire, allora, che la filosofia che stavi cercando nel testo è, invece, nella tua testa; come chi andava in giro a cercare il suo asino senza rendersi conto di esserci seduto sopra.
Gli autori di questo volume affrontano la domanda “Che cos’è una comunità di ricerca filosofica?”. Senza cadere nelle gabbie delle classificazioni semplificanti, nella consapevolezza di avere di fronte un oggetto estremamente complesso e stratificato, sviluppano una ricerca che, per certi versi, procede sul terreno delle “somiglianze di famiglia” e, per altri, si configura come scavo genealogico. Il risultato è un’esplorazione comparativa di costrutti che appartengono alla letteratura sociologica come a quella antropologica e filosofica, ma soprattutto è un’analisi critica e una proposta che si situa nell’orizzonte pedagogico e delle pratiche di formazione come riflessione su come ricostruire/trasformare le pratiche educative e su come ri-pensare l’educazione quale volano di emancipazione umana e di perfezionamento della democrazia come forma di vita basata sulla partecipazione.
Nello scenario della società della tecnologia, della “cultura terapeutica” e dei sempre nuovi conformismi, il bisogno di filosofia rischia di essere svuotato del suo potenziale senso di istanza critica per essere normalizzato e incluso nel sistema come uno dei suoi prodotti. La proposta di una filosofia come pratica (una filosofia “agoretica“) non è né un mitico richiamo alle origini né un troppo ottimistico progetto di rilancio della razionalità moderna. La metafora dell’agorà, la piazza, può aiutarci ad aprire un orizzonte di esperienza non mediata dai mezzi di comunicazione di massa. Si tratta di istituire oasi, terreni di gioco di pensiero riflessivo; micro-eventi di ricerca sviluppata con la propria testa e anche sulla propria testa con l’aiuto di una filosofia che, senza rinnegare se stessa, sappia mettersi al servizio della vita e proporsi anche come strumento di emancipazione.
Poiché il costruttivismo tende oggi ad apparire come una suggestiva etichetta da usare in troppe occasioni, diventa utile un lavoro di ricognizione sulle sue fonti, sulle sue tesi di base e sulle sue implicazioni problematiche. Il libro esplora, nella prima parte, le “molte voci” del costruttivismo, da quella epistemologica, a quella psico-sociologica, a quella filosofica. Principio-guida è l’idea della connessione stretta tra conoscenza ed azione: posizione che un approccio di tipo costruttivista generalmente privilegia coerentemente con un orientamento epistemologico che tende a negare la tradizionale visione della conoscenza come rappresentazione di una realtà data. La seconda parte mostra un possibile versante operativo del costruttivismo nell’area della formazione. Il risultato è un percorso che, snodandosi attraverso una riflessione generale sulla didattica, si condensa in un repertorio di proposte aggiornate relative alla ricerca sulla formazione professionale dei docenti.